La gravidanza e la maternità sono senza dubbio esperienze totalizzanti nella vita di una donna, la quale vive il proprio ruolo di madre in modo sempre diverso. Denominatore comune è però l’insorgere di dubbi e incertezze non solo durante l’attesa, ma anche successivamente. Se da un lato la frenesia, il lavoro e le continue richieste possono rendere difficile la maternità facendo spesso sentire le mamme stanche e sole, dall’altro, può manifestarsi un senso di vergogna: non si osa dire quello che si fa con i propri bimbi per paura di aver sbagliato, non si osa dire che ci si arrabbia con i figli, non si osa dire che alcune giornate sono proprio negative, convinti che una volta che si diventa mamma, ‘la gioia più grande’, non si debba far fatica. Ecco perché prendersi cura di sé e del proprio benessere psicologico è fondamentale. Spesso, nel momento in cui si ricopre il ruolo di mamma, capita di trascurare i propri vissuti emotivi e avere la possibilità di condividere esperienze simili all’interno di uno spazio di ascolto può donare beneficio, in quanto aiuta a dare senso e significato a questi vissuti e ad abbandonare il senso di colpa di un dover essere una mamma perfetta. Una mamma deve sentirsi libera di esprimere quello che sente, senza sentirsi sola o discriminata. Il confronto fra più mamme, infatti, rappresenta un momento costruttivo in cui ci si scambiano informazioni e notizie utili. Purtroppo però, poiché nella società odierna c’è la tendenza a giudicare le scelte altrui, questo tipo di confronto può trasformarsi in una competizione tra mamme, generando in alcune di esse nuove insicurezze: si comincia a dubitare delle proprie capacità di madre, non ci si sente mai abbastanza all’altezza… e così dubbi e preoccupazioni si riversano inevitabilmente sui bambini. Ma la maternità, e tanto meno l’infanzia, non sono una gara; il confronto tra mamme, anche grazie al supporto di un professionista, serve a creare uno spazio sicuro di ascolto e condivisione per alleviare le fatiche che gravidanza e maternità spesso comportano.
Secondo il parere della dottoressa Chiorazzo “Quello che più colpisce nell’esperienza del lavoro con le mamme è il forte senso di solitudine: ‘con un figlio non sarai più sola, ti occuperai di lui sempre’, ma non è così. Una madre può sentirsi sola in sala parto anche se circondata da amici e parenti, sola a casa quando il compagno non c’è o quando al rientro a lavoro nessuno capisce quanto ci si possa sentire sollevati o, al contrario, stanchi. Da tutte queste sensazioni scaturisce l’idea del fallimento, poiché essere madre dovrebbe significare essere sempre felice e grata. Ma non sono le mamme ad essere sbagliate; quello che è successo a una è capitato a tutte. L’importante è chiedere aiuto”.
“I gruppi”, ribadisce la psicologa, “sono realmente dei momenti attraverso cui valorizzare e sostenere i cambiamenti che la maternità comporta, superando ostacoli e favorendo la crescita personale e lo sviluppo di nuove risorse. Insieme contribuiamo ad aumentare la consapevolezza della nuova identità di mamma che deve armonizzarsi con quella di donna, in una continua completa evoluzione. Nei gruppi, ci saranno altre mamme, degne compagne di viaggio che renderanno più leggeri anche i momenti più duri”.